Un tuffo nei colori e nei sapori della terra del meridione, un grande equilibrio sintattico-cromatico di emozioni oltre che di versi. Questa è la silloge di Nicola Grato, “Le cassette di Aznavour” edita da Macabor, in cui il tempo sospeso e nostalgico si rende vivo e tangibile pagina dopo pagina.
Questo fruscio di ricordi attraversa la spazialità dei nomi di vie, posti, luoghi cari all’autore nella sua profonda sicilianità; Grato riesce a mettere in luce l’inquietudine dei ricordi, dando voce alle assenze quanto mai presenti. Si entra in una coralità fatta di spazi, squarci di dolore, memorie che toccano i gorghi dell’esistenza.
Un percorso anche lessicale molto intenso, che trova la tradizione (Verga, Bufalino per citarne alcuni) e accoglie la misura dialettale restituendo al lettore una dimensione familiare, nostalgica e vissuta. Un grande quadro fotografico che giunge alla quotidianità, all’essere, alla sostanza fatta e del tempo che non si azzera ma scorre inesorabilmente.
e mi chiedevo
se conoscevo davvero quell’uomo
se da ragazzo magari mi osservavacon smarrimento finire l’autunno.