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“La bellezza ferita” – di Luisa Coltura – Recensione

 

 

 

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“La bellezza ferita” , silloge poetica di Luisa Coltura (edita da Zephyro edizioni) è un cammino profondo di introspezione non solo poetica ma anche esistenziale. L’autrice riesce a regalarci con le sue liriche un grande senso di umanità che viaggia tra le reti del ricordo, del passato, dei tormenti, della nostalgia, della bellezza della natura che può consolarci ma può anche portarci intenti riflessivi.

Ho apprezzato molto il libro di quest’autrice anche grazie alle illustrazioni presenti, di questa fanciulla che vuole prendere il fiore della Poesia, come a dire, ecco Poesia, tu sei li e io sono qui ma voglio raggiungerti perché sei la mia ancora di salvezza. La Poesia anche qui come salvezza, una dimensione enorme nel quale mi ritrovo molto spesso. “La bellezza ferita” regala al lettore dei momenti intimi e personali che l’autrice condivide, dona al cuore degli altri affinché possano farne tesoro. Tra le righe dei versi, con anche qualche latinismo presente, c’è molta Fede, un grande aprirsi a Dio, a quel Fons Amoris. La Poesia e la Fede sono due strade che viaggiano parallelamente e non deludono mai, non ti tradiscono mai, sono li e ci sono sempre.

Ecco, Luisa Coltura, a mio parere, riesce, con delicatezza e pacatezza poetica, a restituirci un grande senso di responsabilità verso ciò che siamo stati, ciò che siamo e che saremo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ti bacio la Notte – libro di Ornella Mereghetti- recensione

Ti bacio la notte

 

“Ti bacio la Notte”, silloge poetica di Ornella Mereghetti edita da Zephyro edizioni, rappresenta l’amore che va oltre la carne e la passione e sfiora con delicatezza l’Anima, rendendola porto e ancora di salvezza.

I tormenti esistenziali e la voglia di amare incondizionatamente rappresentano una poetica che ci investe con tutta sé stessa, si dona al lettore e riesce ad immergersi in caduta libera nei versi, in un afflato lirico emozionante, struggente, da togliere il fiato.

La notte è una immagine poetica che si ripete nei versi, la notte accoglie i suoi silenzi che sanno di molte parole e danno voce ai silenzi dell’anima che spesso non ascoltiamo ma costituiscono una grande ricchezza. L’autrice ci prende per mano e ci accompagna nella sua interiorità, nel suo dolore carnale ma anche spirituale di questa assenza-mancanza che stravolge il suo cuore ma lo rende per questo vivo, d’essere e di pensare.

La poesia serve anche a questo, a rendere meno dolorose le ferite dell’anima, a renderle forse più sopportabili attraverso il sogno, che è passione e sofferenza.

Il libro sarà presentato a “TreviglioLibri” edizione 2019  a Treviglio (BG) nei portici di via Matteotti, una bellissima occasione per farsi autografare il libro e conoscere l’autrice.

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Dolore minimo – recensione del libro di Giovanna Cristina Vivinetto

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“Dolore minimo” è una silloge poetica, vincitrice del premio Viareggio- opera prima, di Giovanna Cristina Vivinetto e che ci porta in quello che per molti è stato, ed è ancora a volte, tabù culturale: la transessualità.

L’autrice, con delicatezza ma grande potenza espressiva ed evocativo poetica, riesce a donarci il suo essere interiore, ad esprimere la complessa condizione transessuale e riesce a varcare la soglia del silenzio, un silenzio che per molto tempo ha reso mute molte voci. La poesia di Giovanna Cristina Vivinetto è la poesia della speranza, del mettersi a nudo di fronte alla avversità, del rifiorire, del dono che i versi riescono a regalarle. L’autrice riesce a partorirci un nuovo io, una dimensione silente ma che parla più di molti altri.

“Dolore minimo”, che presenta una toccante prefazione di Dacia Maraini, avvolge, intensamente, fa riflettere, ci rende partecipi di quel dolore, di quella sofferenza che ora è rinascita, vita, Poesia.

In questa silloge ho trovato sguardi, istanti, specchi di verità. Un canto che spezza le convenzioni, un canto nuovo ma soprattutto sofferto. Per questo, Vivo davanti a tutti noi.

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“Gora” – recensione del romanzo di Miriam Maria Santucci

Miriam Maria Santucci, autrice bergamasca “d’adozione” (è nata a Camerino e vissuto l’infanzia e l’adolescenza tra le Marche e l’Umbria), ci presenta il suo primo romanzo “Gora- appunti di un’infanzia nel dopoguerra” edito da “Sogni in Scena” dopo quattro libri di poesia tra il 2015 e il 2018 (“Le impronte della vita”, “Il sentiero del destino”, “La luce dei pensieri”, “Oltre l’orizzonte”, sempre editi da Sogni in Scena).

“Gora” ha avuto la capacità di proiettarmi dentro un mondo rurale, sconvolto dalla guerra, attraverso gli occhi di questa bimba e delle sue emozioni, i ricordi, la sua semplicità e autenticità. Il romanzo ci racconta della grande cultura contadina, i veri e grandi valori di un tempo e per me (e tanti altri giovani) è una scoperta da non sottovalutare ma da accogliere. Scoprire la ricchezza del passato, dei valori familiari, del rispetto, della civiltà, delle generazioni che hanno combattuto e vissuto la devastante guerra è oggi di estrema importanza.

Tutto questo dovrebbe farci riflettere, dovrebbe farci aprire gli occhi e il cuore. Miriam Maria Santucci realizza un romanzo di grande caratura storica e civile, ci fa dono della sua memoria e si fa testimonianza di quegli anni dipingendo con le parole, paesaggi, sapori, profumi, colori, emozioni, vissuti. Traspare un grande senso di volontà e di aiuto reciproco in quegli anni e che ora stiamo, purtroppo, perdendo: si lottava per un mondo migliore.

“Gora” riesce a stupirmi anche grazie allo stile di Miriam Maria Santucci attraverso il dettaglio che incuriosisce il lettore e lo porta ad immergersi in quell’epoca storica. Secondo me un libro da far leggere a tutti gli studenti delle scuole nell’ora di Storia per capire appieno, al di là del loro testo scolastico, quanto quella fetta di storia dell’Italia sia importante e non debba essere dimenticata.

“Mena” – silloge poetica di Ada Crippa, recensione

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Una voce ci entra nel cuore e ci parla per l’intero corso di questo libro. E’ Mena a prenderci per mano.

La silloge poetica di Ada Crippa, edita da Kanaga Edizioni, ci presenta “il conto” della memoria, della rievocazione attraverso parole efficaci e comunicative che rendono sostanza la poesia.

Le liriche, intervallate dagli haiku che come leggera folata di vento accarezzano cuore e mente, ci riportano indietro nel tempo ma anche nel presente. Il passato e il presente si coniugano nei valori sociali e morali che dovremmo riprendere in mano, senza perderci. La poesia diventa strumento di rivoluzione del verso, scuote le Anime in cerca di risposte e Crippa lo fa attingendo dalla sua infanzia, da ciò che è stato dentro di lei e da ciò che ora vede.

I versi dell’autrice mi ricordano molto gli esponenti della Poesia social spagnola (Damaso Alonso, Pedro Salinas) che ricorrono alla Poesia per denunziare, illustrare la situazione per una presa di coscienza civile. La silloge di Ada Crippa mi restituisce un  grande senso di responsabilità, quello  che tutti noi dovremmo abbracciare un pò più spesso. Iniziamo a scavarci dentro e troveremo la voce della poesia.

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La saggezza di Maria Venturi – 6° appuntamento “Quattro chiacchiere con l’autore”

La saggezza di chi emana il proprio sapere, il proprio sentire, la propria voglia di vivere la vita con semplicità e naturalezza.

Si potrebbe riassumere così il pomeriggio del sesto appuntamento con la rassegna “Quattro chiacchiere con l’autore” che ha ospitato la giornalista e scrittrice Maria Venturi, moderata da Mattia Cattaneo. La sala della Pinacoteca Vanni Rossi ha registrato il sold-out per la presentazione del nuovo libro di Maria “Cuore Matto” (edito da Solferino) che aveva presentato la settimana precedente al Salone internazionale del libro di Torino.

 

Una piccola grande donna, minuta ma con una grande conoscenza. Accompagnati dalle note al piano di Giulia Riva e dalla favolosa pittura dei quadri di Marco Botte, Maria ha aperto il suo cuore e la sua mente. Si è donata al pubblico raccontando la sua carriera (“Avevo inviato 60 cartelle di un testo che avevo iniziato a scrivere ad Italo Calvino, poi dopo quasi tre mesi ci avevo perso le speranze”). Una carriera costellata di grandi nomi del giornalismo italiano (“Sandro Mayer era per me come un fratello, ci siamo laureati in giornalismo nello stesso anno, lavoravamo fianco a fianco, anzi lui stesso mi disse che gli portavo fortuna e ogni volta che usciva un mio libro ne scriveva una recensione sul suo settimanale”; “Enzo Biagi, una persona riservata ma garbata e insieme a lui che diventò direttore di quel giornale che stava per chiudere, con Sandro ed altri due giornalisti portammo avanti la testata).

 

 

Momenti di riflessione sulla coppia, su come alimentare il rapporto matrimoniale anche dopo tanti anni è stato poi il fulcro del pomeriggio, i mantra per una relazione felice che hanno catturato l’attenzione del pubblico (“Dopo molti anni di Posta del cuore, che tutt’ora seguito a fare sul settimanale Oggi, ho voluto raccogliere questi pensieri”). Maria rivela essere una persona con i piedi per terra, umile dopo il grande successo dei suoi libri (ne ha scritti ben 23) che sono diventati best-seller ma anche serie televisive RAI (“con cui ho collaborato e presto dovrei ritornarci” ; “per citarne alcune, Incantesimo, Orgoglio, Paura di amare”). Si dona spontaneamente all’affetto del pubblico che non è solo femminile ma anche maschile (“Signora Venturi, io la seguo sin dal suo primo libro e dopo aver letto “Ora mi vedi” sono rimasto folgorato dalla sua scrittura”).

 

Oltre alla riflessione anche momenti di ilarità perché Maria Venturi ha anche una verve comica geniale. Un appuntamento sorprendente con un’autrice formidabile che mai rinuncia la scrittura e lo comunica a tutti (“Scrivete, scrivete sempre, prendete un quadernaccio e scrivete a penna. E’ antidepressivo e terapeutico”).

Ciao Maria, ti aspettiamo ancora in quel di Ponte San Pietro!

 

Prossimo appuntamento, ultimo prima della pausa estiva, Sabato 8 Giugno sempre alle ore 17:00 con l’autore Fabrizio Bregoli. Accompagnamento musicale di Matteo Franchini, quadri di Cristina Locatelli, modera Carlo Arrigoni.

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“Le stelle nelle tasche” di Ornella Mereghetti – Recensione

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Una mano verso il cielo, un’apertura, una fenditura che si apre verso l’alto. E’ il dolore a inserirsi nelle vie del verso, nei vicoli del cuore, dove i contrasti, il desiderio e la nostalgia si rendono poesia.

La poesia come modus vivendi, antidoto, medicina preziosa alla sofferenza intima e profonda; questo rappresenta la silloge “Le stelle nelle tasche” di Ornella Mereghetti, edita da Limina Mentis nel 2015.

E’ questa grande visione del Cielo, dove regnano Grazia e Voce a impastare Amore e Luce. Le metafore evocano sguardi celestiali e mistici, le liriche ci dicono e ci narrano di Dio che si fa presenza ed è ovunque.

Le grandi sofferenze sono lenite dalla Preghiera, che è parola poetica e salvezza, e dalla Poesia troviamo la figura di Dio che è Corpo e in noi stessi cerchiamo la Sua presenza. Una silloge, quella di Ornella, che rimane nel cuore e ci spinge a guardare più in alto, là dove poter albergare tranquillamente nel Suo Amore. Accenno inoltre come parallelismo alle Sacre Scritture e al Cantico dei Cantici. Lo Spirito giova moltissimo da questa lettura che consiglio vivamente. Il lessico semplice avvolge e incanta. La poesia di Ornella è un condotto tra la terra e il Cielo ed  è lì che l’incanto si fa leggiadria per il cuore.

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Ti bacio la Notte – Seconda tappa a Roma

 

Dopo il debutto in terra bergamasca, a Treviglio per l’esattezza, l’otto Marzo scorso con un buon successo di pubblico, “Ti bacio la Notte” (titolo curioso e originale), riesce a stregare, nell’accezione positiva del termine, anche il pubblico di Roma.

Ebbene sì, “Ti bacio la Notte”, piéce teatrale e poetica della poetessa trevigliese Ornella Mereghetti, autrice dei testi e regista, e dell’attore e sceneggiatore romano Patrizio Pelizzi (voce e aiuto regia, mentre Mattia Cattaneo per supporto tecnico/stampa) registra il sold-out a Roma presso il Teatro degli Eroi (zona Prati, direttore artistico Pier Luigi Nicoletti), ieri, Mercoledì 8 Maggio alle ore 21.00. Le poltroncine rosse emanavo un forte sapore di amore già dalla  loro cromia che si fondeva con le parole, i suoni e i gesti dell’incantevole voce e presenza del duo (oramai assodato, sulla scena) Pelizzi-Mereghetti. Ma entriamo nel vivo della serata di ieri  per tracciarne anche un’analisi più profonda del reading.

 

Di fronte ad una platea di circa un centinaio di persone (tra cui la presenza di alcuni giornalisti e di alcuni attori, come Imma Piro, Gianni Franco e Jinny Steffan) si è dimostrato che l’Amore, quello Universale puro e vero, esiste e naviga nel mare delle emozioni. Di emozioni, si può parlare. Di Emozioni vive che hanno percorso i cuori delle persone presenti in platea. Sullo sfondo di immagini suggestive,i titoli delle poesie si alternavano nella lettura, un sottofondo musicale lieve accompagnava le parole evocative di un amore epistolare, di un’attesa che è speranza e di una scrittura che è Sacra e fondamento dell’Amore stesso. E’ la scrittura che salva, che unisce due Anime distanti ma vicine allo stesso tempo ed è il Tempo a scandire i ritmi di questo reading, di “Ti bacio la Notte” che non è solo una semplice lettura di poesia ma è un racconto poetico, una storia che si dipana sui fiumi dei versi, un romanzo nella poesia. Il Teatro degli Eroi ha accolto la poesia e la recitazione, e ci permette di comprendere quanto l’ars oratoria sia di vitale importanza, quanto la comunicazione e quanto le parole possano entrare nelle vene dell’Anima e di un grande Amore.

 

Perché “Ti bacio la Notte” assume un’importanza forte nel panorama mediale e social di oggi? La risposta è presto detta: in un panorama interconnesso dai social media, l’amore Epistolare (che ricorda le lettere di Tristano e Isotta, passando per Giulietta e Romeo) incarna la Scrittura come mezzo di comunicazione vitale. La lettera cartacea è stata soppiantata, in gran parte, dai messaggi delle App del cellulare. Ecco, una buona volta possiamo dire che i social media svolgono una funzione poetica. La poesia entra nei social e sbuca sulla carta. E nasce “Ti bacio la Notte” che ci rimembra quelle lettere, quel rapporto epistolare tra due Anime.

Ornella e Patrizio sono riusciti ad incarnare,  a dare voce e sostanza a questi testi molto forti, evocati, metaforici con punte, oserei dire, “nerudiane” (in riferimento a Pablo Neruda) e di Antonia Pozzi. La parola diventa Verbo e colpisce in pieno petto il pubblico. Ieri sera è successo questo. Pelizzi e Mereghetti hanno catturato l’attenzione del pubblico per un’ora intensa, intervallata dalla canzone “Il bacio sulla bocca” di Ivano Fossati che ha scandito il ritmo di un valzer molto romantico.

 

E ora, permettetemi, di entrare nel testo. Gioisco quando vengo a conoscenza che questa pièce teatrale diventa silloge poetica perché permetterà al lettore di misurarsi con le parole ferme sulla carta e sulla loro intensità. Perché di intensità si parla. La voce di Patrizio, morbida, suadente, con punte di sensualità (nei testi che lo hanno richiesto) scaldano il cuore e rendono brivido l’atmosfera. Patrizio sorprende con la sua eleganza e professionalità e ci trasporta dentro le emozioni, di un uomo che risponde con la poesia alla poesia. Pelizzi si merita lo scroscio degli applausi finali perché riesce a dare e calibrare i giusti toni e le giuste pause ai testi di Ornella.

Ornella, che si merita l’altrettanto scroscio degli applausi, riesce a farci vivere il momento della scrittura (che è quello che preferisce) e a donarci il suo cuore che è Amore, Passione, Fatica, Rinunce, Passato, Sofferenza, Dolore, Vita, Speranza. Le parole che mi rimangono impresse dal reading di questo capolavoro poetico sono molte ma voglio  citare la Notte (luogo del riposo ma che è scrittura e spazio dei pensieri), il Bacio (da coltivare e mantenere, come dice M. Recalcati nel suo libro “Mantengo il bacio”), la Primavera, Trieste, Letto, Bocca, Nudità, Grembo, Sacro, Pelle, Anima, Dolore. Mereghetti concentra in pochi versi un racconto, un romanzo, un dialogo ma che è anche monologo e do atto che ad oggi, nel panorama letterario nazionale, sia l’unica scrittrice che riesca a farlo anche perché utilizza un lessico che si equilibra, è di facile comprensione con punte metaforiche elevate (“Sono nudi archi di pioppo”) e di sensualità mai volgare ma dolce e potente al contempo (“Legami al letto con la tua saliva che è colla”).

Auspico che questo reading teatrale, oltre che a diventare silloge poetica, riesca ad intercettare altro pubblico in altre città italiane perché di Amore oggi ne abbiamo più che mai bisogno e di queste parole, di questi gesti, di questi significati (in una società materialista e consumista) non possiamo fare a meno .Ascoltiamoci di più, ascoltiamo il cuore e andiamo a teatro a vedere questo Amore, quest’Attesa, questo romanzo nella poesia in cui possiamo immedesimarci. Così, anche noi, potremo Baciarla questa Notte.

 

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La voce dei poeti – quinto appuntamento con la rassegna “Quattro chiacchiere con l’autore”

Quinto appuntamento con la rassegna “Quattro chiacchiere con l’autore”, appuntamento speciale “La voce dei poeti” che ha visto in scena 5 poeti facenti parti dell’associazione.

A tenere le fila di questo pomeriggio, Carlo Arrigoni che ha parlato di sè e ha recitato un brano semi-serio sul Futurismo da lui realizzato e alcune poesie di Marinetti e Palazzeschi già portato in scena (“nel 2009, quando ancora non c’era l’associazione ma iniziavano i primi contatti con la poesia”;”Ho iniziato  a scrivere dopo una storia d’amore finita male, scrivevo poesie sofferte”).

 


Anna Maria Lombardi ha letto alcune poesie tratte dalla sue raccolte interagendo direttamente col pubblico (“Dopo aver aperto la pagina FB con Marina M.D ” Fiori di Bach” e pubblicando alcune poesie di successo abbiamo pensato di realizzare due libri assieme” ; “Ai miei pazienti in psicoterapia tra una seduta e l’altra davo da scrivere, perché scrivere è terapeutico”)

 Mattia Cattaneo ha letto qualche poesia del libro di Carlo Arrigoni “Incandescente” e sue inedite parlando della mancanza e dell’assenza (“La poesia è libertà di sentire, di vedere, di ascoltare” ; “ho iniziato a scrivere dopo un grave lutto in famiglia”) focalizzando poi l’attenzione, con un breve monologo teatrale, sull’importanza di amare la vita.

 Annita Rota ha letto alcune testi legati alla Spiritualità e alla Fede nonché elogio al Creato, con una Ode al Sole e all’importanza dell’Amore Universale (“Scrivo sin da quando ero  bambina, poi cestinavo continuamente finché un giorno mi sono detta ora basta, devo agire”).

 Antonio Rosselli ha letto alcune sue poesie d’amore (“Ho iniziato a scrivere alle scuole medie, si sa , i primi amori .. e poi non mi sono più fermato” , “perito industriale.. suona strano scrivere poesie e invece no… scrivo persino in tedesco!).


Le note della chitarra di Matteo Franchini hanno reso l’atmosfera coinvolgente con delle canzoni particolari (una fiaba irlandese, una ninna nanna cantata ad una bimba con un padre partigiano, per citarne alcune) , a cornice dei quadri di Franca Rinaldi.

Prossimo appuntamento SABATO 18 MAGGIO con la scrittrice e giornalista di successo Maria Venturi. Quadri di Marco Botte, Musica al piano di Giulia Riva.

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In volo con te di Jessica Maccario – recensione

In volo con te è il romance contemporaneo della giovane scrittrice Jessica Maccario (che fa parte del CSU- Collettivo Scrittori uniti).

In primis ciò che mi ha colpito è stata la grande capacità dell’autrice di saper trasmettere, attraverso i personaggi,la loro anima, i loro sentimenti ed emozioni, nonché paure. La dimensione della quotidianità.

Giulia, un personaggio che ha svariate insicurezze, paure e si mette costantemente alla prova ma soprattutto realizza un percorso tortuoso e doloroso dopo che il marito, Tommaso, le nasconde la sua omosessualità. Giulia è in un certo senso chiamata a percorrere un viaggio dentro sè stessa, molto profondo.

Tommaso, nasconde la sua omosessualità e può essere visto come colui che crea il dolore di Giulia ma possiamo anche scendere nella sua profondità psicologica e capire ciò che ha messo in atto, quali turbamenti, motivazioni lo hanno spinto sino a lì. La figura della piccola Carlotta funge un pò da approdo per entrambi, è l’anello che li tiene ancora uniti.

Favolose le descrizioni degli ambienti e dei luoghi come se il lettore fosse catapultato direttamente nella città di Amsterdam.

Non posso svelarvi molto altro ma posso assolutamente consigliarvi questo romance che ci permette di riflettere sul tema dell’amore ma anche sull’accettazione dell’altro.

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